Gio Ponti
Giovanni Ponti, meglio conosciuto come Gio, nacque a Milano il 18 novembre 1891. Dopo aver interrotto gli studi per il servizio militare durante la Prima Guerra Mondiale, tornò nel capoluogo lombardo per laurearsi in architettura presso il Regio Politecnico nel 1921. La sua carriera, segnata da un’instancabile ricerca di innovazione e da una straordinaria versatilità, ha influenzato profondamente il mondo dell’arte, del design e dell’architettura.
I Primi Anni e la Collaborazione con Richard Ginori
Uno dei momenti fondamentali della carriera di Ponti fu l’incontro con la Manifattura Ceramica Richard Ginori nel 1923. L’azienda toscana gli offrì la possibilità di esprimere la sua creatività, rivoluzionando la produzione ceramica attraverso un connubio unico di innovazione e tradizione.
Ponti progettò una vasta gamma di pezzi – piatti, vasi, piccole sculture – ispirandosi alle forme classiche di urne e medaglie antiche, ma reinterpretandole con un linguaggio moderno. Le sue opere, spesso popolate da figure sinuose e arricchite da scenografie architettoniche immaginate, vennero acclamate a livello internazionale. Tra i capolavori di questo periodo spicca il “Vaso delle donne e delle architetture“, emblema del suo stile. La collaborazione con Richard Ginori culminò nel Grand Prix all’Exposition des Arts Décoratifs di Parigi del 1925, consacrando Ponti come uno dei più grandi innovatori del design dell’epoca.
La Rivista Domus: Un Manifesto di Modernità
Nel 1928, Ponti fondò Domus, una rivista che divenne rapidamente un punto di riferimento per il mondo dell’architettura e del design contemporaneo. Attraverso le sue pagine, Ponti promosse un’idea di abitare che non si limitava alla funzionalità, ma mirava a nutrire anche l’anima dell’uomo moderno.
Ponti sosteneva che ogni elemento, dall’arredamento all’architettura urbana, dovesse riflettere uno spirito di modernità radicato nella tradizione italiana. La rivista diede voce a questa visione, includendo progetti di architettura, design industriale e arte, e ospitando contributi di grandi figure internazionali come Charles e Ray Eames.
Gli Anni dell’Architettura e del Design
Parallelamente al suo lavoro editoriale, Ponti si dedicò intensamente all’architettura. Dopo una prima fase di collaborazione con Emilio Lancia, che produsse opere come la Casa in Via Randaccio a Milano (1924-1926), Ponti ampliò la sua attività fondando, nel 1933, uno studio con gli ingegneri Eugenio Soncini e Antonio Fornaroli. Negli anni successivi, lo studio firmò progetti iconici come la Villa Bouilhet a Garches, in Francia, e le case a schiera milanesi conosciute come “Domus”.
Nel dopoguerra, Ponti raggiunse l’apice della sua carriera architettonica con la progettazione del Grattacielo Pirelli (1952-1961) a Milano. Questo edificio, simbolo della rinascita italiana, divenne un modello di integrazione tra arte e tecnica. Ponti collaborò con maestri come Pier Luigi Nervi, mostrando un equilibrio magistrale tra innovazione ingegneristica ed eleganza estetica.
Il Design come Forma d’Arte
Oltre all’architettura, Ponti dedicò gran parte della sua vita al design industriale, creando oggetti destinati a diventare icone senza tempo. Tra questi, i mobili della serie “Domus Nova” per La Rinascente e gli oggetti in vetro realizzati per Venini e Christofle.
Il suo interesse per il design si estese anche alla sperimentazione con materiali e tecnologie, come nel caso delle sue celebri sedie “Superleggera”, che combinavano leggerezza e robustezza in un design minimalista.
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