Filiberto Minozzi
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Filiberto Minozzi nasce a Verona il 9 luglio 1877, in un’Italia che stava vivendo una stagione di rinnovamento culturale e artistico. Fin da piccolo dimostra una grande passione per l’arte, affascinato dai paesaggi e dalla natura che lo circondano.
Grazie al sostegno della sua famiglia, si trasferisce a Milano per studiare all’Accademia di Belle Arti di Brera, una delle più importanti del Paese. Qui ha modo di formarsi sotto la guida di maestri come Giuseppe Mentessi, Raffaele Casnedi e Vespasiano Bignami, che lo aiutano a sviluppare il suo stile e le sue capacità. È proprio in questo ambiente creativo che matura l’interesse per il paesaggio, che diventerà il tema centrale della sua produzione artistica.
Il suo talento viene notato molto presto: a soli 13 anni riceve la sua prima medaglia all’Esposizione dei saggi dell’Accademia. Da quel momento inizia una carriera in crescita, segnata da riconoscimenti e partecipazioni a mostre sempre più importanti.
Negli anni successivi si avvicina al divisionismo, una corrente pittorica basata sulla scomposizione della luce e del colore, molto in voga in quel periodo. Collabora con il gruppo guidato da Alberto e Vittore Grubicy, entrando in contatto con artisti come Gaetano Previati e Carlo Fornara. L’influenza di Giovanni Segantini, uno dei grandi maestri del divisionismo, lascia un’impronta profonda sul suo modo di dipingere.
Minozzi si distingue in particolare per le sue marine e per i paesaggi notturni, dove riesce a creare atmosfere intense e misteriose giocando con luci e ombre. La notte, con il suo silenzio e la sua profondità, diventa per lui una fonte inesauribile di ispirazione.
Nel 1900 partecipa alla Triennale di Brera, evento di spicco della scena artistica milanese. Inizia così un periodo di grande attività espositiva: le sue opere vengono mostrate in importanti città europee come Berlino, Oslo, Parigi e Hannover. Viaggiando entra in contatto con le nuove tendenze artistiche: a Parigi scopre il post-impressionismo e l’opera di Cézanne e Seurat; a Berlino incontra Max Liebermann, che gli offre uno sguardo diverso sul divisionismo.
Nel 1902 sposa Adelaide Maggi, con Gaetano Previati come testimone. Purtroppo, la Prima Guerra Mondiale interrompe la serenità familiare: nel 1914 si trasferisce con i suoi cari a Milano per motivi di sicurezza. Durante la guerra mette da parte l’attività artistica, ma riprende a dipingere con rinnovato entusiasmo negli anni successivi.
Tra il 1925 e il 1927 trova ispirazione ai piedi del Monte Rosa, dove realizza opere intense, cariche di emozione e spiritualità. La montagna diventa un simbolo della sua connessione profonda con la natura.
Negli anni Trenta continua a esporre in Italia e all’estero. Nel 1929 partecipa a una mostra a Oslo, mentre nel 1932 è presente a Milano con opere influenzate da suggestioni orientali. Dimostra così la sua capacità di rinnovarsi e restare al passo con le evoluzioni artistiche del tempo.
Oltre a essere pittore, Minozzi si dedica anche al restauro, mettendo la sua abilità al servizio della conservazione del patrimonio artistico italiano.
Muore a Milano il 5 febbraio 1936, lasciando un’importante eredità artistica, fatta di luce, paesaggi e poesia.
Valutazioni opere Filiberto Minozzi
Per quanto riguarda il valore delle sue opere sul mercato, Minozzi viene considerato un artista “di seconda fascia”, cioè meno quotato rispetto ai grandi nomi del divisionismo. Tuttavia, i suoi quadri realizzati prima della Prima Guerra Mondiale sono molto apprezzati per la qualità tecnica e l’originalità, e possono raggiungere quotazioni importanti. Le opere del periodo successivo, pur mantenendo una buona qualità, tendono ad avere valori più bassi, perché il mercato le considera meno significative dal punto di vista storico e artistico.
In sintesi, Filiberto Minozzi è un artista da riscoprire: le sue opere raccontano un mondo fatto di luce, colore e viaggio, e per chi ama la pittura paesaggistica, rappresentano una scelta interessante anche in ottica collezionistica.
Quotazioni opere Filiberto Minozzi
Quando si tratta di valutare le opere di Filiberto Minozzi sul mercato, diversi fattori influenzano il loro valore. Dimensioni, datazione e soggetto sono tutti elementi cruciali che vengono presi in considerazione nella determinazione del prezzo. Le opere del suo primo periodo, caratterizzate dalla tecnica divisionista più sviluppata e matura, solitamente godono di valori di mercato più elevati, con prezzi che possono variare dai €2.000 a salire, talvolta superando anche i €5.000. Per le opere successive, le quotazioni tendono a oscillare tra i €500 e i €1.500, a seconda delle dimensioni e della rilevanza del soggetto.
Un esempio significativo del valore delle opere di Filiberto Minozzi è il record personale di vendita del pittore veronese, che ammonta a circa €13.750. Questo record è stato stabilito nel 2013 con la vendita del dipinto “Scoglio a Bordighera – mareggiata” del 1908, confermando il riconoscimento e l’apprezzamento dei suoi lavori delle opere divisioniste del primo periodo e di soggetto costiero.




