Carlo Zauli

Carlo Zauli: Maestro della Ceramica e Scultura Moderna

Antiquariato Parioli offre stime e valutazioni gratuite ed è interessato all’acquisto di opere dell’artista Carlo Zauli. Per chi possiede opere d’arte e vuole conoscerne il valore, affidarsi a esperti del settore è fondamentale.”

Carlo Zauli nasce a Faenza il 19 agosto 1926, in una città che da secoli è sinonimo di ceramica di eccellenza. Fin dall’infanzia, Zauli mostra un talento naturale per le attività manuali e artistiche, un’attitudine che lo porta, nel 1937, a iscriversi al prestigioso “Regio” Istituto d’Arte per la Ceramica di Faenza, successivamente intitolato a Gaetano Ballardini. Qui, sotto la guida di maestri del calibro di Anselmo Bucci e Domenico Rambelli, inizia a forgiare il suo futuro di artista e ceramista.

La sua formazione viene bruscamente interrotta nel 1944, durante la Seconda Guerra Mondiale, quando viene deportato in un campo di lavoro tedesco a Hülz. Al termine del conflitto, nel 1946, Zauli riprende gli studi con determinazione, diventando allievo e collaboratore di Angelo Biancini, figura cardine della ceramica italiana. Nel 1948 consegue il diploma di Magistero Tecnico e completa, l’anno successivo, un Corso Speciale di Decorazione Ceramica, arricchendo ulteriormente le sue competenze tecniche e artistiche.

Nel 1950, assieme ai colleghi e amici Umberto Zannoni, Averardo Giovannini e Renato Zama, Zauli rileva lo studio del ceramista Mario Morelli, fondando la Nuova Cà Pirota a Faenza. Questo laboratorio diventa il fulcro della sua sperimentazione, nello stesso luogo che oggi ospita il Museo Carlo Zauli. Sin dai primi anni Cinquanta, Zauli è immerso nel fervore artistico che anima il mondo della ceramica, traendo ispirazione da maestri come Lucio Fontana, Pablo Picasso e Joan Miró.

Le sue prime opere, come i vasi asimmetrici e i bivasi in maiolica, rispecchiano una rilettura dei modelli mediterranei tradizionali. Uno dei primi riconoscimenti arriva nel 1953 con il “Premio Faenza“, grazie a un vaso asimmetrico in maiolica policroma, un’opera che segna il debutto ufficiale di Zauli nel panorama artistico nazionale.

Nel 1954, Zauli tiene la sua prima mostra personale al Circolo Artistico di Bologna, presentando 48 maioliche che evidenziano il suo uso innovativo del colore. Parallelamente, partecipa alla X Triennale di Milano, evento che lo introduce alle ricerche ceramiche informali dei gruppi CO.BR.A., degli Spazialisti e dei Nucleari. È in questi anni che Zauli inizia a sviluppare rapporti significativi con artisti come Albert Diato e Nanni Valentini, che lo influenzano verso l’uso del grès, un materiale ceramico tipico della tradizione orientale, ma ancora poco esplorato in Italia.

Tra il 1956 e il 1957, Zauli raggiunge una svolta tecnica e stilistica con la creazione dei suoi celebri “Bianchi di Zauli”, smalti bianchi cotti a 1200°C che diventeranno una delle sue firme artistiche. Espone le prime opere in grès a Milano e a Roma, dove sperimenta forme biomorfe e segni informali che anticipano il suo interesse per la scultura.

Il 1958 segna l’inizio della sua carriera accademica: Zauli vince la cattedra di Tecnologia Pratica presso l’Istituto d’Arte per la Ceramica di Faenza, dove insegnerà per oltre vent’anni. Nello stesso anno realizza un’opera monumentale per la Reggia di Baghdad: un fregio policromo di 84 m², che consolida la sua reputazione internazionale.

Durante gli anni Sessanta, Zauli si dedica a opere sempre più sperimentali, introducendo il grès monocottura nella produzione di piastrelle e progettando superfici innovative per l’industria ceramica. Il “Premio Faenza” del 1962, vinto con un Vaso bianco a forma sferica, segna il suo definitivo abbandono della maiolica tradizionale per un linguaggio più scultoreo. I suoi vasi diventano vere e proprie sculture, oggetti geometrici che fondono forma e materia.

Nel 1964, Zauli espone per la prima volta in Giappone, iniziando una lunga relazione artistica con il Paese del Sol Levante, che lo consacrerà come uno dei massimi interpreti contemporanei della ceramica.

Dagli anni Settanta in poi, Zauli si dedica alla scultura in grande scala, realizzando opere come le Sfere, le Ruote e i Cubi, che dialogano con lo spazio naturale e architettonico. La sua poetica si radica nella fusione tra la tradizione ceramica giapponese e il modernismo italiano, in un’esplorazione continua dei limiti tecnici della ceramica.

Espone in mostre personali e collettive in Europa, America e Asia, consolidando la sua fama internazionale. Parallelamente, sperimenta materiali come il bronzo, il marmo e la porcellana, ampliando ulteriormente il suo repertorio creativo.

Negli anni Ottanta e Novanta, Zauli continua a innovare, alternando opere di grande potenza materica a sculture che esaltano la sensualità delle forme e la raffinatezza cromatica. Dopo la sua scomparsa nel 2002, la città di Faenza gli dedica il Museo Carlo Zauli, che celebra un artista capace di ridefinire i confini della ceramica e della scultura contemporanea.

Mostre retrospettive a Tokyo, Venezia e Bologna testimoniano l’impatto duraturo della sua opera, che continua a ispirare artisti e designer in tutto il mondo. Carlo Zauli rimane una figura centrale nella storia dell’arte ceramica, un ponte tra tradizione e avanguardia.

Ricorda che Antiquariato Parioli non solo offre stime e valutazioni gratuite, ma è anche interessato ad acquistare opere dell’artista. Contattaci per maggiori informazioni e per una consulenza professionale.

Per tutte le opere attribuite all’artista, offriamo una prima valutazione tramite il nostro numero WhatsApp: +39 3457640360

Torna in alto